L’impatto della regolazione tariffaria sui risultati economico finanziari dei gestori del servizio idrico. Una prospettiva decennale (2007-2016). (2018)

di Giovanni Canitano e Paolo Peruzzi

Pubblicato in: .NET, n. 61/2018, Confservizi Cispel Toscana, Firenze.

Abstract

Il Servizio Idrico Integrato (SII) in Italia ha sperimentato, nell’ultimo quarto di secolo, un processo di profonda trasformazione, che ha interessato buona parte del paese. Nell’arco di tempo dall’emanazione della legge 36/94, conosciuta come “Legge Galli”, e dall’avvio del processo di riorganizzazione dei servizi idrici, sono intervenuti numerosi cambiamenti nella regolazione economica del settore. L’attività di vigilanza sul settore è passata da organismi definiti nell’ambito di ministeri ad un’Autorità amministrativa nazionale indipendente (l’allora AEEG, ora ARERA). Uno dei cambiamenti regolatori più importati è stato quello della metodologia tariffaria, che ovviamente ha profonde ripercussioni sui risultati economici e patrimoniali raggiunti dalle imprese regolate. In questi anni si è passati da una regolamentazione prevista da un decreto del Ministero dei lavori pubblici, il Metodo Normalizzato, che ha dettato le norme sulla tariffazione del servizio idrico integrato dal 1996 al 2011, all’attuale regolamentazione tariffaria definita dall’ARERA.

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Il rating per le società di gestione dei servizi idrici. La metodologia di Moody’s e un’applicazione alle aziende italiane (2014)

Giovanni Canitano, Paolo Peruzzi e Francesca Spinicci

Pubblicato in: In Blue Book. I dati del servizio idrico integrato in Italia. Utilitatis, Roma, Maggio 2014.

Abstract

L’industria dei servizi idrici è un settore ad alta intensità di capitale. L’investimento in questo settore è particolarmente necessario al fine di assicurare un’adeguata capacità di produzione e a mantenere in buono stato di funzionamento il complesso delle reti e degli impianti (Canitano, Danesi, Passarelli, & Peruzzi, 2012). Il potenziamento infrastrutturale di tali servizi richiede, però, un elevato assorbimento di risorse finanziarie: in Italia gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) stimano in 65 miliardi di euro gli interventi necessari nei prossimo vent’anni (ANEA & Utilitatis, 2011). In quasi tutti questi casi il rating svolge una funzione essenziale per assicurare alla società di gestione l’accesso agli strumenti di finanziamento. Il rating si rende necessario quando si deve ricorrere ai mercati finanziari per il collocamento di obbligazioni (notes). Sebbene si tratti di valutazioni diverse per complessità e procedure, il rating viene utilizzato ordinariamente anche nel caso di mutui chirografari. Il rating assume un ruolo minore invece nel caso del project financing e delle cartolarizzazioni dei crediti, basati sulla proiezione dei flussi di cassa della singola iniziativa. Il rating potrebbe essere utilizzato anche nei finanziamenti pubblici, nel caso in cui si tratti di finanziamenti a tasso agevolato e dove viene quindi valutata la meritorietà del credito del beneficiario.

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Cooperazione e gestione del sistema idrico integrato: la gestione del servizio tramite cooperativa di utenti-cittadini (2013)

A.M. Altieri, P.A. Mori, P.Peruzzi, F. Spinicci

Rapporto realizzato per l’Osservatorio Regionale Toscano sulla Cooperazione.

Introduzione (estratto)

La ricerca su “Gestione del servizio tramite cooperativa di utenti-cittadini” che viene qui presentata è stata realizzata dal Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa1 dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto di Unioncamere Toscana “Cooperazione e gestione del sistema idrico integrato”.2 Essa ha una duplice finalità: 1. da un lato accertare la fattibilità giuridica di una cooperativa di cittadini-utenti come gestore del servizio idrico, 2. dall’altro valutarne la convenienza sul piano economico.

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Il sistema di corporate governance adottato in alcune società del servizio idrico integrato. Analisi e commenti degli statuti delle società miste del servizio idrico integrato (2004)

Monica Passarelli e Paolo Peruzzi

Pubblicato in: XVI Riunione scientifica SIEP (2004), Politiche pubbliche, sviluppo e crescita. Pavia, Università, giovedì 7-8 ottobre 2004

Sintesi

Sono passati dieci anni dall’entrata in vigore della legge 36/94 e la riforma sui servizi idrici non è ancora completata. Negli ultimi anni si è assistito, tuttavia, ad un notevole avanzamento del processo, sia a livello iniziale caratterizzato dall’insediamento degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) che agli stadi successivi, quali appunto la ricognizione sulle infrastrutture presenti sul territorio, la realizzazione dei Piani di Ambito e l’affidamento del servizio. Secondo l’ultima relazione annuale al Parlamento del Comitato per la Vigilanza sull’uso delle risorse idriche, su 91 ATO previsti, l’Autorità di Ambito è insediata in 87 casi, con oltre 54 milioni di abitanti, pari al 97% della popolazione italiana. Le ricognizioni sono terminate in 81 Ambiti, corrispondenti all’89% degli ATO complessivi. I due terzi degli ATO insediati, 61, è nella fase intermedia della riforma, avendo redatto o già approvato il Piano d’Ambito. Infine 38 ATO, che servono 28,6 milioni di utenti, circa il 51% della popolazione italiana, hanno concluso il processo con l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato a società per azioni, la maggioranza delle quali a prevalente capitale pubblico locale.

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