La regolazione della qualità tecnica nei provvedimenti di ARERA: performance e graduatorie di un campione di gestori

di Paolo Peruzzi Abstract Studiare la regolazione tariffaria per lavoro, spesso vuol dire seguire le decisioni dell’autorità, leggere le delibere, interpretare i testi, comprendere le formule, immaginarsi come queste funzioneranno. A volte ci spingiamo anche verso altre direzioni. Ci si interroga da dove nasce quella decisione e verso che cosa è rivolta. Con questo spirito si è sviluppato un esercizio, quello di analizzare e simulare il provvedimento di ARERA in materia di Qualità tecnica. La ricerca sviluppa una simulazione delle premialità previste dal provvedimento utilizzando i dati della qualità tecnica di circa 90 gestori, così come sono stati pubblicati da…

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Il ritorno alla gestione pubblica delle acque, senza la decadenza degli affidamenti e senza oneri per la fiscalità: un’analisi del progetto di legge AC n. 58 e della nota di Oxera.

di Paolo Peruzzi Abstract Nel mese di gennaio del 2019, Oxera, per conto di Utilitalia, ha presentato una nota dal titolo “Valutazione del potenziale impatto della proposta di legge A.C. 52” (OXERA 2018). Si tratta di una valutazione d’impatto del PdL A.C. 52. Nella nota Oxera  dichiara di aver valutato gli effetti economici sulla fiscalità generale, quantificandone i potenziali esborsi, e sui consumatori, dell’applicazione della riforma prevista dalla proposta di legge. Secondo Oxera con l’applicazione della PdL 52 si dovrebbe finanziare l’erogazione dell’indennizzo alle società esistenti a cui si dovrebbe aggiungere il rimborso dei debiti delle società, con un intervento…

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Adeguamenti tariffari (2012-2019) e qualità tecnica (2018): una rappresentazione degli effetti della regolazione di ARERA

di Paolo Peruzzi

Abstract

Con il trasferimento della regolazione tariffaria del servizio idrico all’autorità, prima l’AEEG, poi AEEGSI e infine l’ARERA, ha prodotto quattro revisioni tariffarie con altrettanti metodi tariffari e più di 380 provvedimenti di adeguamento tariffario ai gestori del servizio idrico. Se si pensa che alla base di ognuno di questi provvedimenti c’è una documentazione informativa molto estesa ed invasiva, possiamo essere certi che l’autorità sta accumulando un volume importante di informazioni sulla struttura dei costi e sulle prestazioni economiche, finanziare e tecniche dei gestori. Di questo volume di informazioni l’autorità sicuramente ne sta facendo uso per disegnare la regolazione, un po’ meno per assicurare una delle funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico integrato così come gli assegna la legge. Tuttavia la pubblicazione dei provvedimenti di adeguamento tariffario ci permette di avere accesso ad alcuni dati, e su questi svolgere alcune semplici elaborazioni. L’analisi dei provvedimenti tariffari, limitata ai soli valori del teta deliberati, ci ha consentito di individuare alcuni elementi caratterizzanti l’insieme dei provvedimenti. Confrontando le variazioni tariffarie, dall’inizio dell’applicazione della nuova metodologia tariffaria di ARERA, abbiamo trovato un incremento medio pari al 30%, con valori massimi e minimi, rispettivamente del 52,4% e dell’11,3%. In controtendenza, nell’ultimo periodo tariffario 2018-2019, a fronte di incrementi medi pari allo 0,8%, abbiamo rilevato una frequenza elevata di variazioni negative (25%) e pari a zero (28%). I dati relativi ai macro indicatori della qualità tecnica indicano, con l’eccezione di due di essi, che la maggioranza delle imprese non rispetta gli obiettivi di qualità tecnica definiti da ARERA, e lo fanno con percentuali elevate che vanno dal 46% all’85%. Tutti dati che fanno supporre che vi sia un elevato ammontare di investimenti da realizzare per migliorare la posizione delle imprese rispetto agli obiettivi, in particolare per quelli relativi alle perdite idriche, e al superamento dei limiti nelle acque reflue.

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Verso la ripubblicizzazione dei servizi idrici in Inghilterra e in Galles?

di Paolo Peruzzi

Abstract

Nel febbraio del 1986, il governo britannico pubblica un libro bianco “Privatisation of the Water Authorities in England and Galles” nel quale vengono indicate un’impressionante lista di potenziali benefici della privatizzazione dei servizi idrici: le società non saranno più oggetto di interventi da parte del governo e il management sarà così protetto dalle pressioni politiche; saranno libere dai vincoli della proprietà pubblica su tariffe e finanziamenti; avranno accesso al mercato privato dei capitali per ridurre i costi e migliorare i servizi; potranno attuare una strategia più chiara per la protezione dell’ambiente idrico; avranno una maggiore capacità di attrarre un management di elevate qualità. Dopo più di trenta anni il paese che ha scelto la strada delle privatizzazioni per assicurare servizi migliori e più efficienti sembra ora sull’orlo della ripubblicizzazione e anche i conservatori, che sono stati i promotori convinti della privatizzazione, sono preoccupati perché quelli che allora sembravano i pregi di questa forma di gestione ora appaiono, nella migliore delle ipotesi, come delle inadeguatezze da superare. Nel paper vengono analizzate le diverse posizioni che si stanno sviluppando su questo tema: da una parte i sostenitori della ripubblicizzazione con le loro tesi della finanziarizzazione dei servizi idrici, dall’altra i sostenitori dell’attuale sistema di regolazione che con le loro proposte di riforma ne vorrebbero superare i limiti e migliorare la considerazione dell’utente all’interno dello schema regolatorio.

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L’impatto della regolazione tariffaria sui risultati economico finanziari dei gestori del servizio idrico. Una prospettiva decennale (2007-2016). (2018)

di Giovanni Canitano e Paolo Peruzzi

Pubblicato in: .NET, n. 61/2018, Confservizi Cispel Toscana, Firenze.

Abstract

Il Servizio Idrico Integrato (SII) in Italia ha sperimentato, nell’ultimo quarto di secolo, un processo di profonda trasformazione, che ha interessato buona parte del paese. Nell’arco di tempo dall’emanazione della legge 36/94, conosciuta come “Legge Galli”, e dall’avvio del processo di riorganizzazione dei servizi idrici, sono intervenuti numerosi cambiamenti nella regolazione economica del settore. L’attività di vigilanza sul settore è passata da organismi definiti nell’ambito di ministeri ad un’Autorità amministrativa nazionale indipendente (l’allora AEEG, ora ARERA). Uno dei cambiamenti regolatori più importati è stato quello della metodologia tariffaria, che ovviamente ha profonde ripercussioni sui risultati economici e patrimoniali raggiunti dalle imprese regolate. In questi anni si è passati da una regolamentazione prevista da un decreto del Ministero dei lavori pubblici, il Metodo Normalizzato, che ha dettato le norme sulla tariffazione del servizio idrico integrato dal 1996 al 2011, all’attuale regolamentazione tariffaria definita dall’ARERA.

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