A.M. Altieri, P.A. Mori, P.Peruzzi, F. Spinicci

Rapporto realizzato per l’Osservatorio Regionale Toscano sulla Cooperazione.

Introduzione (estratto)

La ricerca su “Gestione del servizio tramite cooperativa di utenti-cittadini” che viene qui presentata è stata realizzata dal Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa1 dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto di Unioncamere Toscana “Cooperazione e gestione del sistema idrico integrato”.2 Essa ha una duplice finalità: 1. da un lato accertare la fattibilità giuridica di una cooperativa di cittadini-utenti come gestore del servizio idrico, 2. dall’altro valutarne la convenienza sul piano economico. 1. In relazione al primo obiettivo è stata fatta un’approfondita ricognizione della normativa regionale della Toscana e della normativa nazionale e comunitaria. Dopo un breve inquadramento della normativa europea in materia di servizi di interesse generale, viene esaminata la disciplina del servizio idrico integrato in Italia, con riferimento ai ruoli dei diversi soggetti coinvolti e agli effetti del referendum in materia di affidamento. Dato che lo studio privilegia l’ambito regionale, particolare attenzione è dedicata al tema della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni in materia di servizio idrico integrato. I profili del servizio idrico integrato sono di prevalente competenza statale in virtù del legame con la disciplina di tutela della concorrenza. Allo stesso tempo però dalla giurisprudenza recente viene sottolineato che la tutela statale trova un limite in altri interessi rilevanti connessi alle finalità sottese al servizio e che quindi in virtù di questi l’autonomia di Regioni ed enti locali potrebbe tornare ad espandersi. Tutte le possibili modalità di affidamento del servizio – cioè affidamento diretto “in house”, gara pubblica e conferimento a società miste – vengono considerate in rapporto alla cooperativa di utenza. Per quanto riguarda l’“in house”, l’assimilazione della cooperativa di utenza a società in house risulta verosimile se si focalizza l’attenzione sui fini protetti dall’ordinamento europeo e nazionale, ma al tempo stesso questa interpretazione è poco convincente perché richiede un’applicazione molto estensiva della giurisprudenza europea. Per quanto riguarda l’affidamento tramite gara pubblica, si osserva come gli enti locali che intendono affidare il servizio idrico integrato tramite questa modalità godano di ampia discrezionalità nella scelta dei criteri valutativi delle offerte. Quindi nel caso che l’amministrazione ritenga importante coinvolgere direttamente i cittadini nella gestione, può inserire tra i criteri di aggiudicazione un parametro relativo alla partecipazione degli utenti, riguardo a cui la cooperativa di utenti si troverebbe oggettivamente favorita rispetto ad altre forme di impresa, senza peraltro violare il principio di non discriminazione. La partecipazione di cooperative di utenti a società miste presenta alcune criticità che vengono ben evidenziate. Un’ultima strada che potrebbe aprire l’ingresso di cooperative di utenti nel servizio idrico è quella dell’autoproduzione. A questo proposito la conclusione è dubitativa, essendo soggetta al verificarsi di particolari condizioni tecniche da verificare caso per caso. Viene anche esplorata la possibilità di equiparare le Regioni a statuto ordinario alle Province autonome di Trento e Bolzano con riferimento alle potestà inerenti al Servizio Idrico Integrato e sugli art. 43 e art. 118 c. 4 della Costituzione. ..

http://starnet.sicamera.it/CooperazioneGestione-sistema-idrico-integratoII_7A10206B191C248

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