di Paolo Peruzzi

Abstract

Con il trasferimento della regolazione tariffaria del servizio idrico all’autorità, prima l’AEEG, poi AEEGSI e infine l’ARERA, ha prodotto quattro revisioni tariffarie con altrettanti metodi tariffari e più di 380 provvedimenti di adeguamento tariffario ai gestori del servizio idrico. Se si pensa che alla base di ognuno di questi provvedimenti c’è una documentazione informativa molto estesa ed invasiva, possiamo essere certi che l’autorità sta accumulando un volume importante di informazioni sulla struttura dei costi e sulle prestazioni economiche, finanziare e tecniche dei gestori. Di questo volume di informazioni l’autorità sicuramente ne sta facendo uso per disegnare la regolazione, un po’ meno per assicurare una delle funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico integrato così come gli assegna la legge. Tuttavia la pubblicazione dei provvedimenti di adeguamento tariffario ci permette di avere accesso ad alcuni dati, e su questi svolgere alcune semplici elaborazioni. L’analisi dei provvedimenti tariffari, limitata ai soli valori del teta deliberati, ci ha consentito di individuare alcuni elementi  caratterizzanti l’insieme dei provvedimenti. Confrontando le variazioni tariffarie, dall’inizio dell’applicazione della nuova metodologia tariffaria di ARERA, abbiamo trovato un incremento medio pari al 30%, con valori massimi e minimi, rispettivamente del 52,4% e dell’11,3%. In controtendenza, nell’ultimo periodo tariffario 2018-2019, a fronte di incrementi medi pari allo 0,8%, abbiamo rilevato una frequenza elevata di variazioni negative (25%) e pari a zero (28%). I dati relativi ai macro indicatori della qualità tecnica indicano, con l’eccezione di due di essi, che la maggioranza delle imprese non rispetta gli obiettivi di qualità tecnica definiti da ARERA, e lo fanno con percentuali elevate che vanno dal 46% all’85%. Tutti dati che fanno supporre che vi sia un elevato ammontare di investimenti da realizzare per migliorare la posizione delle imprese rispetto agli obiettivi, in particolare per quelli relativi alle perdite idriche, e al superamento dei limiti nelle acque reflue.

Leggi l'articolo online

Introduzione[1]

Con il trasferimento della regolazione tariffaria del servizio idrico all’autorità, prima l’AEEG, poi AEEGSI e infine l’ARERA, ha prodotto quattro revisioni tariffarie con altrettanti metodi tariffari e più di 380 provvedimenti di adeguamento tariffario ai gestori del servizio idrico (Tabella 1). Se si pensa che alla base di ognuno di questi provvedimenti c’è una documentazione informativa molto estesa ed invasiva, possiamo essere certi che l’autorità sta accumulando un volume importante di informazioni sulla struttura dei costi e sulle prestazioni economiche, finanziare e tecniche dei gestori[2]. Di questo volume di informazioni l’autorità sicuramente ne sta facendo uso per disegnare la regolazione, un po’ meno per assicurare una delle funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico integrato così come gli assegna la legge, quale quella di cui alla lettera n) del comma 1) art. 3 del D.P.C.M. 20 luglio 2012: “[l’autorità] svolge funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione di dati statistici e conoscitivi, assicurando l’accesso generalizzato, anche per via informatica, ai dati raccolti e alle elaborazioni effettuate per la tutela degli interessi degli utenti. A tal fine il Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, d’intesa con l’Autorità per l’energia, trasferisce gli archivi, la documentazione ed i database informatici relativi alle funzioni di cui al presente articolo;” (D.P.C.M. 20 luglio 2012).

Come sa, chi segue l’attività dell’autorità, i dati relativi alle prestazioni dei gestori pubblicati sono pochi e spesso forniti in modo sintetico senza la possibilità di analizzarne il contenuto. Tuttavia la pubblicazione dei provvedimenti di adeguamento tariffario ci permette di avere accesso ad alcuni dati[3], e su questi svolgere alcune semplici elaborazioni. In questo paper vengono rappresentate alcune di queste elaborazioni con particolare riferimento ai dati relativi agli adeguamenti del teta per il periodo che va dal primo MTT (2012-2013) ai recenti provvedimenti del MTI2 (2018-2019). Con i provvedimenti dell’MTI2 (2018-2019) l’autorità pubblica, nel testo della delibera, anche i dati della qualità tecnica dichiarati dai singoli gestori. Questi dati sono stati raccolti e organizzati in forma unitaria in modo da poter proporre alcune considerazioni interpretative.

Tabella 1 – le delibere di adeguamento tariffario di ARERA (2013-2019)

MTT

(2012-2013)

MTI

(2014-2015)

MTI2

(2016-2019)

MTI2

(2018-2019)

Totale
n. provvedimenti 93 122 108 59 382

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

Il primo paragrafo è dedicato a descrivere il campione e la sua rappresentatività rispetto ai valori complessivi dell’Italia. Nel secondo paragrafo si illustrano i risultati delle analisi statistiche sviluppate sulle variazioni del teta sia per l’ultimo periodo (2018-2019) che in rapporto all’inizio della regolazione tariffaria da parte di ARERA (2012-2019). Il terzo paragrafo è dedicato ad illustrare ed analizzare i dati relativi alla qualità tecnica così come emergono dai provvedimenti. Il paper si chiude con alcune brevi conclusioni. Si è ritenuto utile pubblicare i dati di base utilizzati sia nel testo cartaceo che come allegato in formato di file excel per assicurare una più facile elaborazione a chi volesse partecipare allo studio di questi dati[4].

1           Il campione

L’analisi ha preso in considerazione 57 delibere con cui fin qui ARERA ha approvato altrettanti provvedimenti tariffari. Dalle delibere è stato possibile ricavare i dati che sono stati utilizzati per rappresentare le variazioni tariffarie intervenute nei periodi 2018-2019 e 2015-2019. Negli stessi provvedimenti tariffari vengono riportati anche alcuni dati che riguardano la qualità tecnica, così come disciplinata recentemente da ARERA (AEEGSI, 2017b). La presenza dei “valori iniziali” dei macro indicatori della qualità tecnica nel testo della delibera ci ha consentito di dare una prima rappresentazione del livello di questi indicatori per quasi tutti i provvedimenti tariffari. Nell’allegato alle delibere l’ARERA, nel pubblicare i valori del moltiplicatore tariffario approvati, fornisce anche i dati per gestore dei comuni e della popolazione servita. La disponibilità di questi dati ci consente di calcolare il peso del campione che rappresenta circa il 45% della popolazione e il 39% dei comuni del paese (Tabella 2).

Tabella 2 . Le grandezze del campione dei provvedimenti tariffari di ARERA

Italia Il Campione %
Popolazione 60.483.973 27.223.850 45%
Comuni serviti 7.915 3.049 39%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

2          Le variazioni del theta

I dati delle variazioni tariffarie dei provvedimenti sono stati classificati nei due periodi previsti dal metodo tariffario (AEEGSI, Deliberazione 28 dicembre 2015 664/2015/R/IDR. Approvazione del metodo tariffario idrico per il secondo periodo regolatorio MTI-2, 2015) 2016-2017 e 2018-2019, mettendo a confronto sia le variazioni del 2019 rispetto al 2018 (1 anno) che le variazioni del 2019 rispetto al 2012 (7 anni). Sulla base di questi raggruppamenti si è proceduto a calcolare la media ed altre caratteristiche statistiche (Tabella 3). Come si può vedere il valore medio della variazione complessiva per il periodo 2018-2019 è pari allo 0,8%, con un valore massimo di 8,5% e un minimo di -16,3%. Trattandosi di un periodo di 7 anni le variazioni del periodo 2012-2019 sono assai più consistenti: la media delle variazioni è pari al 30,5%, con un valore massimo di 52,4 e un valore minimo di 11,3%.

Tabella 3 – Le variazioni del theta nei periodi 2019/2018 e 2019/2012

variazione 2019/2018 variazione 2019/2012
Media 0,8% 30,5%
Massimo 8,5% 52,4%
Minimo -16,3% 11,3%
Mediana 0,0% 30,9%
Media ponderata 0,7% 25,7%

Fonte:Elaborazioni su delibere ARERA

La presenza di variazioni tariffarie negative ci ha suggerito di raggruppare i provvedimenti tariffari a seconda che abbiano come risultato un theta negativo, un theta pari a 0 e un theta positivo, per calcolare all’interno di questi raggruppamenti le nuove variazioni (Tabella 4). Per il periodo 2018-2019, i provvedimenti con un theta positivo sono la maggioranza (47%) e presentano un incremento medio del 3,1%. Sempre nello stesso periodo il 25% dei provvedimenti hanno portato una diminuzione del theta per un valore medio di -3,0%, mentre i provvedimenti senza incremento tariffario sono stati il 27%.

Tabella 4 – le variazioni del theta nel periodo 2019/2018, variazioni negative, positive e nulle

theta<0 theta>0 theta=0 Totale
n. 15 28 16 59
percentuale (%) 25% 47% 27% 100%
Media -3% 3,1%
Massimo -0,1% 8,5%
Minimo -16,3% 0,1%
Mediana 0,0% 31,5%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

Per il periodo 2012-2019 presenta solo incrementi positivi del theta, con un incremento medio del 30,5%.

Tabella 5 – le variazioni del theta nel periodo 2019/2012, variazioni negative, positive e nulle

theta<0 theta>0 theta=0 Totale
n. 0 49 0 49
percentuale (%) 0% 100% 0% 100%
Media 0% 30,5%
Massimo 0,0% 52,4%
Minimo 0,0% 11,3%
Mediana 0,0% 30,9%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

2.1           La distribuzione delle variazioni per il periodo 2018-2019

Come abbiamo visto il valore medio del theta per il periodo 2018-2019 è pari allo 0,7%, ma dietro a questo valore la distribuzione non è omogenea (Tabella 6). Gli incrementi maggiori si concentrano fra lo 0 e il 2,5% e solo il 9% presenta incrementi superiori al 5%.

Tabella 6 – Distribuzione variazione theta 2019/2018

Classi di incremento n. gestori % dei gestori
<0 15 25%
=0 16 27%
0-2,5% 13 22%
2,5-5% 10 17%
>5% 5 8%
Totale 59

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

2.2          Il periodo 2012-2019

Diversa è la distribuzione delle variazioni per il periodo di sette anni (2019-2012). In questo caso (Tabella 7), come abbiamo visto non vi sono variazioni negative o nulle, mentre il numero maggiore di incrementi tariffari si concentra con il 35% nella classe fra 30 e 40%. Nella Tabella 8 si riepilogano i dati statistici di tutte le variazioni intervenute nei vari periodi tariffari.

Tabella 7 – Distribuzione variazione theta 2019/2012

Classi di incremento n. gestori % dei gestori
<0 0 0%
=0 0 0%
0-10% 0 0%
10-20% 8 16%
20-30% 15 31%
30-40% 17 35%
>40% 9 18%
49 0%

Fonte: Elaborazioni su Delibere ARERA

Tabella 8 – Variazione annuale theta 2012-2019

Statistiche 2012/2012 2013/2012  2014/2013  2015/2014  2016/2015  2017/2016  2018/2017  2019/2018
media ponderata 4,1% 3,4% 4,4% 5,9% 4,6% 3,6% 0,1% 0,7%
media aritmetica 3,8% 4,1% 5,4% 5,7% 4,6% 3,4% 0,4% 0,8%
mediana 4,7% 4,3% 6,1% 6,5% 5,5% 4,1% 0,5% 0,0%
minimo -3,0% -0,6% -0,7% -6,0% -4,0% -10,3% -11,6% -16,3%
massimo 6,5% 6,5% 9,1% 9,1% 9,0% 9,0% 8,5% 8,5%

Fonte: Elaborazioni su Delibere ARERA

2.3          Considerazioni sulle variazioni del theta

Come ci si poteva aspettare le variazioni medie dei due periodi sono diverse in ragione degli anni che li compongono. È interessante notare che nell’ultimo periodo (2019-2018) le variazioni negative o pari a zero riguardano bel il 53% dei provvedimenti tariffari. Dietro questa rappresentazione sintetica vi sono ben 57 provvedimenti tariffari, ciascuno con le proprie particolarità[5] che difficilmente ci permettono di dare una esauriente giustificazione delle variazioni  che abbiamo descritto.

3          La qualità tecnica nei provvedimenti tariffari di ARERA

L’ARERA è intervenuta con la delibera del 27 dicembre 2017 definendo “livelli minimi ed obiettivi qualità tecnica nel servizio idrico integrato, mediante l’introduzione di: i) standard specifici da garantire nelle prestazioni erogate al singolo utente, ii) standard generali che descrivono le condizioni tecniche di erogazione del servizio iii) prerequisiti, che rappresentano le condizioni necessarie all’ammissione al meccanismo incentivante associato agli standard generali.” (ARERA, 2017). Nel corpo della delibera si trovano alcune delle motivazioni che hanno indotto ARERA a intervenire per regolare gli aspetti relativi alla qualità tecnica del servizio idrico integrato. Molte di queste motivazioni sembrano ricondursi alla normativa e agli indirizzi dell’Unione Europea: la direttiva 91/271/CEE, concernente la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue; la Comunicazione COM(2007) 725, dove si evidenzia la necessità di perseguire gli obiettivi di accessibilità ai servizi e alle informazioni sui servizi medesimi, sicurezza, affidabilità, continuità, elevata qualità, trasparenza; La Comunicazione COM(2015) 120 final, dove si evidenzia l’aumento dei fenomeni di siccità e gli episodi di carenza idrica sempre più ricorrenti, intensificati dai cambiamenti climatici in atto, auspicando una gestione efficiente della risorsa idrica; Comunicazione COM(2017) 749, la Commissione nel valutare positivamente il miglioramento graduale ma significativo della qualità delle acque europee evidenzia le ulteriori sfide relative al conseguimento di un’adeguata qualità delle acque funzionale anche al riutilizzo e alla riduzione e riutilizzo dei fanghi. La delibera richiama poi il d.P.C.M. 20 luglio 2012, con il quale si attribuisce all’ARERA il compito di definire i livelli minimi e gli obiettivi di qualità del servizio idrico integrato, ovvero di ciascuno dei singoli servizi che lo compongono (D.P.C.M. 20 luglio 2012). Nella stessa delibera si richiama infine la precedente delibera 655/2015/R/IDR, con la quale l’Autorità ha avviato la prima fase di regolazione della qualità nel settore idrico, avente ad oggetto la qualità contrattuale del servizio idrico integrato, completando così con la qualità tecnica l’intervento dell’autorità sulla qualità del servizio.

Un intervento sulla qualità del servizio idrico integrato era stato realizzato precedentemente dal Coviri nel dicembre del 2009 con la delibera n.17 del 16 dicembre 2009, con il “Sistema Informativo per la Vigilanza sulle Risorse Idriche (SIVIRI)”[6]. Il tema della qualità del servizio e delle modalità con cui misurare i livelli di servizio e le prestazioni dei gestori è da tempo al centro sia della regolazione che dell’attività di benchmarking sviluppate dalla stessa industria e da associazioni internazionali. In particolare si l’American Water Works Association (AWWA)che International Water Association (IWA) da tempo si vanno occupando di questi temi sia attraverso attività di ricerca (IWA, 2017) che attraverso la pubblicazione di veri e propri studi di misura delle prestazioni dei gestori (AWWA, 2017). È stata proprio questa attività di ricerca e la sua pubblicistica che sono state la fonte dei provvedimenti del Coviri in materia di qualità. Anche il provvedimento di ARERA in parte sembra rifarsi agli indicatori contenuti in questa letteratura.

Nell’ambito del provvedimento di ARERA si distingue dunque fra standard specifici da assicurare all’utente pena l’erogazione di un indennizzo e standard generali che attengono alle caratteristiche tecniche dell’erogazione del servizio. La pubblicazione nelle delibere di approvazione dell’aggiornamento tariffario da parte di ARERA dei dati relativi ai livelli degli standard generali che caratterizzano le gestioni oggetto dell’aggiornamento tariffario, ci permette di dare una prima rappresentazione dei livelli attuali che caratterizzano le attuali gestioni del servizio idrico integrato. Gli standard generali sono composti da macro indicatori che riguardano vari aspetti della gestione, le perdite idriche, le interruzioni del servizio, le ordinanze di non potabilità, la non conformità dei campioni delle acque potabili, la frequenza degli allagamenti, il controllo degli scaricatori di piena, lo smaltimento dei fanghi della depurazione in discarica, il superamento dei limiti allo scarico delle acque depurate (Tabella 9).

Tabella 9 – il quadro degli indicatori della qualità tecnica presenti nei provvedimenti ARERA 2018-2019

Macro indicatori Descrizione dati

mancanti

% dati sul

campione

M1a Perdite idriche lineari, mc/km/g 1 98%
M1b Perdite idriche percentuali 1 98%
M2 Interruzioni del servizio (ore interruzioni  x utenti interessati /utenti totali) 11 81%
M3a Incidenza ordinanze di non potabilità 0 100%
M3b Tasso di campioni da controlli interni non conformi 0 100%
M3c Tasso di parametri da controlli interni non conformi 0 100%
M4a Frequenza allagamenti e/o sversamenti da fognatura (n.x100 km di rete) 3 95%
M4b Adeguatezza normativa degli scaricatori di piena (% non adeguati) 3 95%
M4c Controllo degli scaricatori di piena (% non controllati) 3 95%
M5 Smaltimento fanghi in discarica 2 97%
M6 Tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata [%] 2 97%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

Una prima sintesi statistica dei macro indicatori del campione è quella rappresentata dalla Tabella 10. Come vedremo si tratta di dati che non hanno tutti un immediato significato nel valore assoluto, per questo, successivamente, proveremo ad analizzarne la distribuzione di frequenza. Scorrendo rapidamente i dati vediamo che le perdite idriche presentano un valore medio del 37,1%, ci sono 2,72 ore in media di interruzioni del servizio per utente, le ordinanze di non potabilità presentano un valore medio dello 0.007%, più alti sono i tassi medi dei campioni non conformi con il 3,4% sul totale dei campionamenti e il tasso medio dei parametri non conformi con lo 0,3% sul totale dei parametri analizzati. Seguono i macro parametri relativi a fognatura e depurazione. Vi sono una media di 6,8 sversamenti per 100 km di rete fognaria, il 19,9 % di scaricatori di piena non adeguati alla normativa, il 32,2 % di scaricatori non controllati, il 26,5 % di fanghi che vengono smaltiti in discarica e un 21,1% medio di tasso di superamento dei limiti allo scarico rispetto al totale dei campionamenti. Quasi sempre le medie ponderate (per la popolazione servita) presentano un valore maggiore, probabilmente le imprese con un maggior supero di abitanti serviti presentano i valori maggiori (peggiori).

Tabella 10 – La sintesi dei valori medi dei macro indicatori della qualità tecnica nei provvedimenti ARERA 2018-2019

M1a M1b M2 M3a M3b M3c M4a M4b M4c M5 M6
Perdite idriche lineari (mc/Kmrete/gg) Perdite idriche percentuali Interruzioni del servizio

(ore interruzioni x utenti interessati /Utenti totali)

Incidenza ordinanze di non potabilità Tasso di campioni da controlli interni non conformi Tasso di parametri da controlli interni non conformi Frequenza allagamenti e/o sversamenti da fognatura

(n.x100 km di rete)

Adeguatezza normativa degli scaricatori di piena

(% non adeguati)

Controllo degli scaricatori di piena

(% non controllati)

Smaltimento fanghi in discarica Tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata [%]
Media 18,3 37,1%  2,72 0,007% 3,4% 0,3%  6,80 19,9% 32,2% 26,5% 21,1%
Media ponderata 29,8 36,8% 4,22 0,021% 4,4% 0,4% 10,19 48,1% 45,1% 24,8% 21,1%
Massimo  95,3 72,1%  22,73 0,090% 19,9% 3,9%  80,29 100,0% 100,0% 100,0% 456,0%
Minimo  3,7 15,9%  – 0,000% 0,0% 0,0%  – 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%
Mediana  14,5 35,0%  0,62 0,000% 1,9% 0,2%  2,21 0,0% 14,5% 2,5% 6,5%
Dati presenti  58,0 58 48 59 59 59 56 56 56 57 57
% sul totale 98% 98% 81% 100% 100% 100% 95% 95% 95% 97% 97%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

Dopo aver dato un rapido sguardo ai valori medi dei macro indicatori, vediamo ora la distribuzione di frequenza ovvero il modo con cui le imprese del campione si distribuiscono nelle classi di frequenza. Le classi di frequenza utilizzate non sono quelle che potrebbero derivare dall’analisi statistica ma, per comprendere meglio quali siano gli obiettivi del regolatore, si sono utilizzate le stesse classi indicate dall’ARERA per definire gli obiettivi richiesti alle imprese.

3.1           Le perdite idriche lineari

Si tratta di un indicatore che rapporta le perdite alla lunghezza delle reti gestite e come abbiamo visto il valore medio è pari a 18,3 metri cubi per km di rete al giorno (Tabella 10). Più della metà ha perdite al di sotto dei 15 mc per km di rete al giorno. Questo macro indicatore nel provvedimento di ARERA si combina con quello delle perdite idriche percentuali per definire quale sia l’obiettivo di diminuzione delle perdite idriche che viene applicata al valore delle perdite idriche percentuali (AEEGSI, 2017b, p. 12).

Tabella 11 – M1a. Perdite idriche lineari (mc/km di rte/gg)

classi n. imprese % imprese
<15 (A) 30 52%
15-25 (B) 16 28%
25-40 (C ) 6 10%
40-60 (D) 4 7%
>60 (E) 2 3%
58 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.2          Perdite idriche percentuali

Come abbiamo visto all’inizio del paragrafo (Tabella 10), il valore medio del macro indicatore delle perdite idriche è pari al 37,8%. Dietro a questo valore medio c’è una distribuzione quasi normale (Tabella 12): il 50% delle imprese ha perdite inferiori al 35 %, il 24 % ha perdite che arrivano fino al 45%, il 19% fino al 55% e solo il 7% delle imprese ha perdite superiori al 55%. La conclusione più rilevante per il fabbisogno d’investimenti e quindi che solo il 16% delle imprese ha un livello di perdite idriche ritenuto adeguato dal regolatore. Le perdite si presentano come uno degli obiettivi dove si concentreranno sicuramente livelli elevati d’investimento.

Tabella 12 – M1b. Perdite idriche percentuali

Classi Obiettivi n.

imprese

%

imprese

<25% (A) mantenimento 9 16%
25-35% (B) -2% 20 34%
35-45% (C ) -4% 14 24%
45-55% (D) -5% 11 19%
>55% (E) -6% 4 7%
totale 58 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.3          Interruzioni del servizio (ore interruzioni  x utenti interessati /utenti totali)

Il valore medio per il campione di questo macro indicatore è pari a 2,91 ore di interruzioni per utente. L’85% hanno un indicatore al di sotto di 6 ore per utente, solo il 16% delle imprese hanno valori superiori che devono, nei tempi previsti, ridurre per rientrare nel valore (6 ore per utente) ritenuto adeguato dal regolatore (Tabella 13).

Tabella 13 – M2. Interruzioni del servizio (ore interruzioni x utenti interessati /Utenti totali)

Classi Obiettivi n.

imprese

%

imprese

<6 (A) Mantenimento 41 85%
6-12 (B) -2% 4 8%
>12 (C ) -5% 3 6%
48 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.4          Incidenza ordinanze di non potabilità

Non molto diversa è la situazione del macro indicatore relativo alle ordinanze di non potabilità. Il valore medio del campione è pari a 0,007% di ordinanze di non potabilità. Oltre il 60 % delle imprese presentano un valore pari a 0%, rimangono quindi circa un 38% delle imprese che devono gradualmente adeguarsi all’obietto fissato dall’autorità(Tabella 14).

Tabella 14 – M3a. Incidenza ordinanze di non potabilità

Obiettivi n.

imprese

%

imprese

0%, (A) mantenimento 38 64%
0-0,005%, (B) =0% 7 12%
>0,005%, (C ) Rientro nella Classe precedente in 2 anni 14 24%
59 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.5          Tasso di campioni da controlli interni non conformi

Diversa è la situazione del macro indicatore relativo al tasso dei campioni interni non conformi. Il valore medio del campione è pari a 3,4% di campioni non conformi sul totale dei campioni. Coerentemente distribuzione nelle classi ci indica che ben l’85% delle imprese presenta un valore superiore al valore dello 0,5% ritenuto adeguato dall’autorità. Anche in questo caso l’elevato numero delle imprese con valori del macro indicatori superiori costituisce un potenziale fabbisogno d’investimenti (Tabella 15).

Tabella 15 – M3b. Tasso di campioni da controlli interni non conformi

obiettivo n.

imprese

%

imprese

<0,5% (A) mantenimento 9 15%
0,5-5% (B, C e D) <0,5% 34 58%
>5% (E) Rientro nella classe

Precedente in 2 anni

16 27%
59 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.6          Tasso di parametri da controlli interni non conformi

Il valore medio del campione di questo macro indicatore è pari allo 0,3% di parametri non conformi rispetto al totale dei parametri analizzati. Anche in questo caso più del 60% delle imprese presenta valori dei parametri non conformi superiore a quelli fissati dall’autorità che dovrebbero essere inferiori all’0,1% (Tabella 16).

Tabella 16 – M3c. Tasso di parametri da controlli interni non conformi

Classi obiettivo n.

imprese

%

imprese

<0,1% (A) mantenimento 22 37%
>0,1% (B) -10% annuo 37 63%
59 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.7          Frequenza allagamenti e/o sversamenti da fognatura (n.x100 km di rete)

La frequenza media degli allagamenti per 100 km di rete del campione è pari a 6,8. La distribuzione per classi conferma che circa il 70% delle imprese presenta un valore superiore a quello definito dall’autorità che è pari a meno di 1 per 100 km di rete. Anche in questo caso è possibile che il valore medio dell’indicatore sia un indice dell’elevato fabbisogno d’investimenti.

Tabella 17 – M4 – numero allagamenti per 100km di rete

Classi obiettivo n.

imprese

%

imprese

<1 (A, B, C, D) mantenimento 19 34%
>1 (E) -10% annuo 37 66%
56 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.8          Adeguatezza normativa degli scaricatori di piena (% non adeguati)

Il valore medio degli scaricatori da adeguare alla normativa del campione è pari a 19,9%. Quasi la metà delle imprese presenta percentuali di scaricatori da adeguare superiore a 0 (Tabella 18).

Tabella 18 – M4b. Adeguatezza normativa degli scaricatori di piena (% non adeguati)

Classi obiettivo n.

imprese

%

imprese

0 (A, B) mantenimento 30 54%
0-20% (C ) 0% 9 16%
>20% (D) -20% annuo 17 30%
56 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.9          Controllo degli scaricatori di piena (% non controllati)

Il dato medio del campione è pari a 32,2% di scaricatori di piena non controllati. Più della metà delle imprese ha una percentuale di scaricatori da controllare superiori al 10% degli scaricatori gestiti (Tabella 20).

Tabella 19 – M4c. Controllo degli scaricatori di piena (% non controllati)

Classi obiettivo n.

imprese

%

imprese

<10% (A) mantenimento 27 48%
>10% (B) -5% annuo 29 52%
56 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.10       Smaltimento fanghi in discarica

La media dei fanghi smaltiti in discarica del campione è pari a 26,5% dei fanghi prodotti. L’autorità fissa al 15% il volume di fanghi da smaltire in discarica come obiettivo adeguato. Le imprese che devono adeguare il volume dei fanghi smaltiti in discarica è comunque rilevante ed è pari al 37% (Tabella 20).

Tabella 20 – M5. Smaltimento fanghi in discarica

Classe obiettivo n.

imprese

%

imprese

<15% (A) mantenimento 36 63%
15-30% (B, C) -1% o -3% annuo 4 7%
>30% (D) -5% annuo 17 30%
57 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.11        Tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata [%]

Per questo macro indicatore il valore medio del campione è di 21,1% di campioni che superano i limiti stabiliti dalla norma rispetto al totale dei campionamenti effettuati. Solo il 25% delle imprese presenta un volume di superamento dei limiti inferiore all’1%. Più dell’70% presenta un numero di campioni che superano i limiti maggiori e ben il 40% delle imprese hanno un volume di superamenti superiore al 10% dei campioni. Anche in questo caso è possibile immaginare che il raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’autorità richieda un volume adeguato d’investimenti (Tabella 21).

Tabella 21 – M6. Tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata [%]

Classi obiettivo n.

imprese

%

imprese

<1% (A) mantenimento 14 25%
1-5% (B) -10% annuo 14 25%
5-10% (C ) -15% annuo 6 11%
>10% (D) -20% annuo 23 40%
57 100%

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

3.12       Una misura dell’inadeguatezza delle imprese del campione rispetto agli obiettivi della qualità tecnica

Dopo aver calcolato la distribuzione delle imprese nelle classi dei singoli indicatori possiamo valutare quale sia il grado di inadeguatezza delle imprese del campione rispetto agli obiettivi definiti dall’ARERA per ciascun macro indicatore. Come si può vedere dalla Tabella 22 le percentuali maggiori delle imprese del campione che non rispettano gli obiettivi della qualità tecnica definiti da ARERA riguardano, nell’ordine, il tasso di campioni interni non conformi (85%), le perdite idriche (84%), il tasso di superamento dei limiti per le acque reflue (75%), la frequenza di allagamenti per 100 km di rete (63%).

Questi valori percentuali così elevati, come abbiamo visto nella distribuzione di frequenza, non necessariamente segnalano deficit strutturali di pari dimensione e possono in parte dipendere da quanto stringenti e sfidanti siano gli obiettivi definiti dall’autorità. Sicuramente le percentuali relative alle perdite  idriche, quelle relative al superamento dei limiti per le acque reflue e la frequenza degli allagamenti, sono un indicatore di un elevato ammontare d’investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi.

Tabella 22 – Imprese del campione che non rispettano l’obiettivo dell’autorità, numero e percentuale.

Macro indicatore Descrizione del macro indicatore Media del

campione

Imprese che non

rispettano l’obiettivo

n. %
M1a Perdite idriche lineari (mc/km/gg)* 18,3 49 84%
M1b Perdite idriche percentuali* 37% 49 84%
M2 Interruzioni del servizio (ore interruzioni x utenti interessati /Utenti totali) 2,72 7 15%
M3a Incidenza ordinanze di non potabilità 0,007% 21 36%
M3b Tasso di campioni da controlli interni non conformi 3% 50 85%
M3c Tasso di parametri da controlli interni non conformi 0,34% 37 63%
M4a Frequenza allagamenti e/o sversamenti da fognatura (n.x100 km di rete) 6,80 37 66%
M4b Adeguatezza normativa degli scaricatori di piena (% non adeguati) 20% 26 46%
M4c Controllo degli scaricatori di piena (% non controllati) 32% 29 52%
M5 Smaltimento fanghi in discarica 26% 21 37%
M6 Tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata [%] 21% 43 75%
(*) si combinano per definire l’obiettivo da raggiungere

Fonte: Elaborazioni su delibere ARERA

4          Conclusioni

L’analisi dei provvedimenti tariffari, limitata ai soli valori del teta deliberati, ci ha consentito di individuare alcuni elementi  caratterizzanti l’insieme dei provvedimenti. Confrontando le variazioni tariffarie, dall’inizio dell’applicazione della nuova metodologia tariffaria di ARERA, abbiamo trovato un incremento medio pari al 30%, con valori massimi e minimi, rispettivamente del 60% e dell’11,3%. In controtendenza, nell’ultimo periodo tariffario 2018-2019, a fronte di incrementi medi pari allo 0,8%, abbiamo rilevato una frequenza elevata di variazioni negative (25%) e pari a zero (28%). La sola analisi dei provvedimenti non ci consente di proporre generalizzazioni riguardanti l’evoluzione tariffaria per il prossimo futuro, tuttavia la presenza di una così elevata frequenza di variazioni negative o nulle potrebbe far pensare ad un generale rallentamento della crescita delle tariffe. Un rallentamento che potrebbe apparire non congruente con il fabbisogno d’investimenti che sembra essere sottolineato dai dati che emergono sulla qualità tecnica.

I dati relativi ai macro indicatori della qualità tecnica indicano, con l’eccezione di due di essi, che la maggioranza delle imprese non rispetta gli obiettivi di qualità tecnica definiti da ARERA, e lo fanno con percentuali elevate che vanno dal 46% all’85%. Tutti dati che fanno supporre che vi sia un elevato ammontare di investimenti da realizzare per migliorare la posizione delle imprese rispetto agli obiettivi, in particolare per quelli relativi alle perdite idriche, e al superamento dei limiti nelle acque reflue. Un elevato ammontare di investimenti che dovrebbe essere sostenuto dalla tariffa e plausibilmente da un suo incremento anche nel futuro.

[1] Ringrazio amici e colleghi per aver letto e discusso con me il contenuto di questo testo. Resta inteso che la responsabilità di quanto scritto è solo dell’autore.

[2] Non sono state presi in considerazione i dati riguardanti né i comuni, né i grossisti.

[3] Un accesso reso non facile in particolare per chi ne vorrebbe fare una raccolta e un’elaborazione sistematica, dal formato in cui vengono pubblicati (PDF).

[4] La compilazione delle tabelle è avvenuta attraverso la lettura dei singoli procedimenti e la digitazione delle cifre contenute nei testi. Questa modalità di trascrizione, considerata la numerosità dei dati trascritti, potrebbe aver dato luogo a degli errori di digitazione, quindi ringraziamo anticipatamente tutti coloro che eventualmente vorranno segnalarci degli errori. Nel corso degli anni sono avvenuti dei processi di concentrazione (fusioni e acquisizioni) che in qualche caso rendono non perfettamente omogenei i confronti.

[5] Nei provvedimenti tariffari si combinano una molteplicità di fattori: il riconoscimento di maggiori costi operativi, i maggiori oneri relativi agli investimenti realizzati e i conguagli tariffari.

[6] Questa deliberazione segue analoghe delibere prese dal Comitato negli precedenti: Delibera n.2 del 30 marzo 2005, “Sistema di rendicontazione sul Servizio Idrico Integrato” e Delibera n.7 del 27 aprile 2006, “Sistema di indicatori di prestazione dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione”.

Approfondimento completo in pdf
SCARICA
Dati completi in excel
SCARICA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *