Giovanni Canitano, Letizia Danesi, Stefano Gatti, Monica Passarelli, Paolo Peruzzi

Pubblicato in: E. & M.  SDA Bocconi, n. 5, 2013

Abstract

Il presente lavoro affronta il tema del finanziamento degli investimenti nei servizi idrici in Italia, analizzando l’applicabilità del project finance ai Piani d’ambito. Si analizzano dapprima delle caratteristiche specifiche dell’investimento in questo settore, caratterizzato da una dimensione relativa consistente, una lunga durata della vita utile delle infrastrutture e una distribuzione degli interventi nel tempo che mantiene alto l’impiego di capitale. Poi si descrivono le alternative di finanziamento degli investimenti, approfondendo le caratteristiche e il funzionamento della modalità del project finance (PF).

Successivamente si impiega un modello di simulazione semplificato, predisposto in base alla normativa tariffaria vigente e alle regole frequenti di strutturazione del PF, per verificare la finanziabilità di 59 Piani d’ambito in vigore al 2009. I risultati delle stime dimostrano che vi è incompatibilità tra la diversa durata dei due cicli, quello del rientro dell’investimento e quello del finanziamento. Molti Piani non sono finanziabili se non attraverso l’impiego di tre leve, che agiscono rispettivamente accelerando il rientro del capitale investito, allungando il periodo di rimborso e riducendo la necessità di ricorrere al capitale di terzi. Ciascuna di queste leve ha un costo per la collettività, che va allocato in capo ad uno dei soggetti coinvolti. In tal senso, il project finance si rivela una modalità inadeguata per il finanziamento degli investimenti nei servizi idrici.

Si propone in alternativa una combinazione di misure di carattere programmatorio e regolatorio, miranti ad anticipare per quanto possibile la realizzazione degli investimenti, rimodulando il Piano d’ambito, e a posticipare i tempi di restituzione, rafforzando le previsioni e le garanzie contrattuali in merito al valore di riscatto del capitale ancora da ammortizzare al termine dell’affidamento. Per rendere tali misure più efficaci, si propone di assistere, con l’utilizzo di garanzie sovrane, il subentro del nuovo gestore. Nel caso di società interamente pubbliche, si propone di renderne l’affidamento perpetuo, a condizione che si rafforzi l’indipendenza e l’autonomia nell’esercizio delle funzioni di regolazione.

Pubblicato in: E. & M.  SDA Bocconi, n. 5, 2013 http://emplus.egeaonline.it/it/61/archivio-rivista/rivista/3339316/articolo/3339379

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *